Alimentazione ed allergia al nichel: come migliorare con i probiotici

Il Nichel è un metallo molto diffuso, sia nelle acque che nel terreno. Nei vegetali, è presente in contentrazioni nettamente superiori a quelle dei tessuti animali.

In dosi minime, è un elemento indispensabile per il funzionamento di alcuni enzimi e nella sintesi di molecole di RNA e DNA; il suo fabbisogno quotidiano è intorno ai 100mcg.L’assorbimento del nichel contenuto nel cibo dipende dalle combinazioni alimentari: si ritiene che ne venga assorbito circa il 10% se ingerito con alimenti ed acqua.

Il contenuto nei vari alimenti dipende dalla capacità delle piante di accumulare metalli dal terreno dove vengono coltivate, dai pesticidi, dai fertilizzanti e dalle manipolazioni successive alla raccolta (inscatolamento).

Nel cibo preparato industrialmente, invece, si usano grassi stabilizzati per permettere una più lunga conservazione: siccome si usa il nichel come catalizzatore nella idrogenazione e nella stabilizzazione dei grassi, spesso possono rimanere tracce anche nei prodotti finiti.

Il nichel alimentare non viene considerato cancerogeno in quanto non si concentra nel nucleo cellulare mentre, se inalato, tende ad accumularsi nel nucleo cellulare delle vie respiratorie arrivando al punto di bloccare meccanismi di apoptosi potendo dare così il via a meccanismi di carcinogenesi.

La carenza di ferro aumenta la quota di nichel assorbita mentre la presenza di vitamina C ne diminuisce la sua assimilazione.

L’eliminazione della quota non assorbita avviene attraverso le feci mentre la quota assorbita viene eliminata con urine e sudore.

L’allergia al nichel può manifestarsi come dermatite allergica da contatto o come allergia sistemica al nichel.

 

Dermatite allergica da contatto al nichel.

L’allergia al Ni solfato è una delle più frequenti nel mondo occidentale (56 milioni di europei ne sono affetti e in Italia si riscontra la più alta positività femminile ai patch test per il Ni solfato (34%). Nella forma classica di dermatite da contatto, sviluppa una reazione allergica di tipo cellule-mediata con un’iniziale eritema che può portare alla formazione di bolle e croste.

 

Allergia sistemica da nichel.

In molti soggetti che hanno sviluppato allergia si possono verificare sintomi come follicoliti, prurito diffuso, eczema, orticaria, stomatiti e disturbi gastrointestiinali come conseguenza di un’attivazione generale del sistema immunitario. Secondo la ricerca scientifica, anche alcune cefalee potrebbero essere causate da allergia al nichel e, in questo caso, la terapia comprende uno schema dietetico a basso contenuto di Ni.

Alimenti considerati sani come legumi, verdure, frutta (pere, kiwi, frutta secca) sono ad alto contenuto di Ni. Sembra, inoltre, che in primavera ed autunno il nichel contenuto nelle verdure sia più alto rispetto alla concentrazione estiva.

Alimenti particolarmente sconsigliati sono: pomodori, cacao, legumi, frutta secca, crostacei, spinaci, kiwi, liquirizia, cereali integrali, the, asparagi, fragole, pesce (salmone, tonno, pesce spada) e carni in scatola.

Inoltre, molte persone allergiche manifestano disturbi gastrointestinali come reflusso e sintomi attribuiti ad un colon irritabile.

Per questi soggetti, la dieta deve essere ben pianificata tenendo in considerazione queste particolarità: deve essere abbinata ad alcuni ceppi probiotici specifici che possono influenzare positivamente il sistema immunitario ripristinando la flora batterica.

La cura con probiotici specifici può migliorare decisamente i sintomi gastrointestinali.