Bibite zero: rischio di diabete, sindrome metabolica e invecchiamento precoce

Bibite zero

Il consumo di bibite gassate, in particolar modo quelle a zero calorie, è in continua crescita: tante persone ricorrono a queste bevande credendo di poter mantenere peso e glicemia regolari; ma è realmente così?

Secondo studi scientifici, le bibite light (o zero), non solo non fanno dimagrire ma possono addirittura favorire l’aumento di peso ponendo il nostro cervello in attesa di qualcosa di dolce, aumentando in questo modo la sensazione di fame tramite la stimolazione di determinati ormoni coinvolti nei meccanismi di appetito e sazietà.

Inoltre, il frequente consumo di bibite zero, è stato associato ad un elevato rischio di diabete ed obesità: queste bevande contengono dolcificanti ed edulcoranti che sono quasi 200 volte più dolci dello zucchero normale: questo altissimo potere dolcificante stimola inutilmente l’insulina che rimane in attesa di cibo dolce.

Secondo un altro studio, pubblicato recentemente sull’ “American Journal of Clinical Nutrition“, il consumo frequente di bevande zero aumenta il rischio di diabete (di tipo 2) del 67%.

Sono stati sufficienti pochi giorni di dieta con consumo di dolcificanti per alterare i livelli di glicemia e avere alterazioni negative a livello del microbioma intestinale con conseguente crescita di ceppi batterici che favoriscono l’obesità.

Un altro studio, pubblicato sul “Journal of American Geriatric Society“, ha dimostrato come il consumo di tali bevande portasse ad un aumento dell’aumento di peso di circa 4 volte rispetto a chi non le consumava portando ad un aumento del girovita ed allo sviluppo di sindrome metabolica. Lo studio in questione ha esaminato 749 soggetti per 10 anni.

Per concludere, ulteriori studi hanno dimostrato come il consumo di bibite gassate possa portare all’invecchiamento precoce accorciando i nostri telomeri (piccole porzioni di DNA che si trovano alla fine di ogni cromosoma).

I telomeri hanno un ruolo importante nell’evitare la perdita di informazioni durante la duplicazione dei cromosomi: se non ci fossero, dopo ogni replicazione del DNA si avrebbe una significativa perdita di informazione genetica.

Per arrivare ad affermare questo, i ricercatori hanno analizzato i campioni di DNA di oltre 5mila persone tra i 20 e i 65 anni. Quelli che bevevano circa 2 lattine di bibite gassate al giorno, mostravano variazioni nel DNA che corrispondevano ad un invecchiamento cellulare di 4,6 anni. Una sola bibita al giorno equivaleva, invece, ad un invecchiamento di quasi 2 anni.