Ipercolesterolemia, dieta e stile di vita: come tornare a valori sani?

Ipercolesterolemia e dieta - nutrizionista a Milano

Il colesterolo è un termine che molto spesso sentiamo quando parliamo di esami del sangue, diete e malattie cardiovascolari: si tratta di uno sterolo di produzione endogena che ricopre importanti ruoli, sia funzionali che stutturali.

Se la sua assunzione essogena (ovvero tramite la dieta) supera i livelli consentiti, aumentano i suoi livelli nel sangue portando ad un aumentato rischio cardiovascolare: in questo caso parliamo di una condizione di ipercolesterolemia.

Il valore può essere rilevato tramite un semplice esame ematico, eseguibile in qualsiasi ospedale o centro medico / laboratorio di analisi: vi consiglio di controllarne periodicamente i valori in modo da identificare tempestivamente eventuali aumenti ed agire, in ottica preventiva, tramite un riequilibrio della vostra dieta.

Le cause di questa condizione sono da ricercare, principalmente, in stile di vita malsano e dieta non equilibrata ma anche, seppur più raramente, in fattori genetici.

Una dieta non equilibrata, ricca di zuccheri raffinati come prodotti da forno, pizza, pasta bianca, pane, riso e povera di fibre, induce una maggiore produzione di colesterolo a livello epatico, attraverso l’attività dell’insulina.

Il trattamento dell’ipercolesterolemia prevede un cambiamento sia a livello alimentare che a livello di stile di vita: due misure primarie per l’abbassamento dei suoi valori. Se questi due fattori non riusciranno a dare riscontro positivo, sarà necessario passare all’utilizzo di alcune tipologie di farmaci (sempre dopo aver consultato il proprio medico specialista e mai con il fai da te).

Gli alimenti che andrebbero ridotti, o evitati, sono quelli ricchi di colesterolo come carne rossa, uova e latticini, oltre a tutti quelli ad alto indice glicemico.

Importante arricchire la propria dieta con alimenti ricchi di fibre: ad esempio riso e pasta integrali, orzo, quinoa; alimenti ricchi di omega 3 come avocado, pesce azzurro, olive, frutta secca, soia e legumi che si sono dimostrati come protettivi per la salute cardiovascolare.

Anche l’assunzione di fitosteroli è efficacie nella lotta all’ipercolesterolemia, nella misura di 1g al giorno. Possiamo trovarli in legumi, frutta a guscio, cereali integrali, verdure e yogurt addizionati.

Ipercolesterolemia familiare (FH)

Come abbiamo visto, l’ipercolesterolemia può essere causata da una dieta errata e da uno stile di vita malsano. Esistono, però, delle condizioni genetiche ereditarie che possono portare al suo sviluppo anche in pazienti che hanno un’alimentazione attenta. Si tratta di una condizione dovuta a mutazioni di geni coinvolti nel metabolismio del colesterolo con conseguente aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e di lipoproteine LDL.

La sua trasmissione è autosomica dominante e recessiva con prevalenza 1:500.

I segni ed i sintomi di questa condizione riguardano depositi di colesterolo nei tendini e nella cute (xantomi), nella pelle intorno agli occhi (xantelasmi) e nelle arterie (ateromi).

Si tratta della causa monogenica più comune di malattia coronarica. 

Nei pazienti con ipercolesterolemia familiare, il rischio di malattia cardiovascolare è sensibilmente più alto rispetto ai soggetti sani: questo aumenta esponenzialmente con l’aumentare dei livelli di colesterolo LDL e viene amplificato da ulteriori fattori di rischio come diabete ed ipertensione.

In questi casi, è possibile ridurre il rischio di insorgenza di aterosclerosi (e malattie cardiovascolari anche gravi) adottando opportune misure dietetiche e farmacologiche abbinate ad un corretto stile di vita, alla correzione di eventuali altri fattori di rischio ed all’utilizzo di eventuali misure farmacologiche.

Ipercolesterolemia familiare omozigote

I soggetti omozigoti, sono completamente privi di recettori funzionanti e, ad oggi, non esiste alcun trattamento dietetico o farmacologicoin grado di ridurre efficacemente il colesterolo (con valori estremamente elevati) presente in questi pazienti.

In questi casi, si rende purtroppo necessario intervenire con una metodica più invasiva chiamata LDL-afaresi: una rimozione meccanica del colesterolo LDL dal sangue.