Problemi intestinali ed aumento del rischio cardiovascolare
L’intestino riveste un ruolo importante nella genesi di parecchie patologie, in particolare di malattie associate alla flora batterica intestinale: il microbioma.
Le più comuni sono quelle autoimmuni: l’80% dell’immunità è localizzata nell’intestino perciò gli stati di disbiosi intestinale potrebbero aumentare il rischio di malattie autoimmuni e non solo.Negli ultimi anni è emerso, sempre più, che molte malattie autoimmuni ed infiammatorie sono associate ad un aumentato rischio cardiovascolare: questo significa che i pazienti affetti da artrite reumatoide o malattie infiammatorie intestinali hanno un rischio più che raddoppiato di andare incontro ad un evento cardiovascolare.
Quello che condiziona maggiormente il rischio di eventi cardiovascolari è l’entità dell’infiammazione sistemica ovvero riuscire a tenere sotto controllo un’artrite reumatoide in fase attiva, migliorando sintomi e parametri sierologici, significa ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.
A conferma di tutto questo, le più recenti teorie sull’eziopatogenesi dell’aterosclerosi hanno evidenziato l’importante ruolo dell’infiammazione nell’origine degli eventi cardiovascolari.
Recenti ricerche hanno evidenziato il ruolo della flora batterica intestinale nella genesi di eventi cardiovascolari: molti studi realizzazi sull’obesità (importante fattore di rischio cardiovascolare) suggeriscono come l’abuso di antibiotici possa avere un ruolo nella genesi di malattie cardiovascolari in quanto capaci di modificare la flora batterica dell’intestino.
Uno studio clinico pubblicato sul Journal of American College of Cardiology ha dimostrato che esiste uno stretto legame tra metabolismo microbico intestinale e malattia coronarica a causa di alcune sostanze presenti in alimenti di origine animale. Queste sostanze sono: colina (presente nelle uova) e carnitina (presente nelle carni rosse).
Il responsabile è la produzione di un metabolita chiamato TMAO (ossido di trimetilammina) che svolge un’azione pro-aterosclerotica.
Quando queste due sostanze raggiungono l’intestino, diventano combustibili per il microbiota con relativa produzione di trimetilammina (TMA) che viene ulteriormente ossidata a trimetilammina – N – ossido (TMAO).
La TMAO aumenta l’accumulo di colesterolo e di cellule schiumose nelle pareti delle arterie, aumentando il rischio di infarto, ictus e morte.
I ricercatori consigliano il controllo dei livelli di TMAO nei pazienti ad alto rischio e promuovono l’assunzione di probiotici con funzione antagonista sui batteri produttori di TMAO come valida opzione terapeutica.
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