Fibromialgia, intestino e dieta: come fare?
La fibromialgia è una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo scheletrico. È caratterizzata da dolore cronico diffuso, disturbi del sonno, emicrania, disordini gastrointestinali ed affaticamento.La fibromialgia colpisce, maggiormente, le donne ed è di genesi multifattoriale. Una delle cause più studiate è l’alterazione dei neurotrasmettitori, soprattutto di serotonina (funziona come neurotrasmettitore e risiede, principalmente, nell’intestino (cellule enterocromaffini) ed è deputata alla regolazione della motilità e delle secrezioni intestinali).
Questa azione della serotonina spiega la ragione per cui, spesso, importanti stress pisocofisici abbiano impatto sulla motilità intestinale.
Nel 2004, il dipartimento di gastroenterologia della Mayo Clinic di Scottsdale (USA), ha effettuato una valutazione del ruolo della serotonina nella sindrome del colon irribatile giungendo alla conclusione che dietro a questa patologia c’è un’alterazione dei segnali in andata e ritorno tra cervello ed intestino e che questa alterazione può essere responsabile dei disturbi di secrezione e motilità tipici della sindrome: il 70% dei pazienti fibromialgici presentano sintomi di colon irritabile.
Le scoperte sugli squilibri del microbioma intestinale (coinvolte nella genesi di numerose patologie) sono abbastanza recenti e indicano che dipendono principalmente da dieta e stile di vita. I legami tra squilibrio del microbioma e malattie reumatiche o meccanismi infiammatori sono molto più profondi di quanto si possa immaginare.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Reumathology, una dieta priva di glutine ha portato ad una significativa riduzione dei dolori e ad un miglioramento della qualità della vita.
La cura farmacologica comprende miorilassanti mentre l’attività fisica, spesso, può peggiorare la condizione dei pazienti affetti da fibromialgia in quanto aumenta la tensione muscolare e, in seguito, i dolori.
La dieta per la fibromialgia dovrebbe essere antinfiammatoria con vitamine ed antiossidanti oltre ad alimenti che tengano sotto controllo eventuali disturbi gastrointestinali. Consigliabile effettuare test specifici sull’intestino per verificare la composizione del microbioma intestinale al fine di scegliere la corretta strategia terapeutica adatta alle esigenze del paziente.
Per approfondire: https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00296-014-2990-6
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