Malattie infiammatorie intestinali (IBD) e dieta: cosa fare?

L’acronimo IBD (Infiammatory Bowel Disease) si riferisce a due malattie infiammatorie intestinali ad andamento cronico, con riacutizzazioni ad eziologia autoimmune: la rettocolite ulcerosa (RCU) ed il morbo di Crohn (MC).

Queste due patologie condividono una serie di ipotesi patogenetiche comuni, distinte da poche (ma specifiche) differenze di comportamento clinico.

Nei pazienti affetti da IBD, il rischio di carcinoma è aumentato rispetto alla popolazione normale, in particolar modo per i pazienti affetti da rettocolite ulcerosa: per questo è importante un monitoraggio periodico atto a prevenire l’insorgenza della malattia degenerativa.

La sintomatologia intestinale delle IBD comprende diarrea (infiammazione ed ulcerazione della parete intestinale), dolore (ascessi, stenosi infiammatorie), malassorbimento di nutrienti e perdita di peso (perdita della funzione di processare il cibo), anemia sideropenica (ulcere sanguinanti) nonché carenze di acido folico e vitamina B12.

Questi pazienti, inoltre, presentano spesso una sintomatologia di intestino irritabile.

Esistono, poi, sintomatologie extraintestinali che colpiscono principalmente a livello di sistema muscoloscheletrico, cutaneo ed oculare.

Studi scientifici hanno dimostrato che le modifiche al sistema immunitario possono influenzare alcune funzioni nervose determinando ipermotilità, dismotilità o paralisi dell’intestino (per questo è importante monitorare il microbioma intestinale dato che una sua alterazione può causare l’attivazione del sistema immunitario).

La correlazione tra intestino irritabile e sviluppo di patologie autoimmuni rappresenta un argomento di studio molto recente, quindi serviranno ulteriori approfondimenti e ricerche.

Tra le possibili cause di IBD, oltre alla componente autoimmune, possiamo citare: malattie infettive in grado di modificare la composizione batterica dell’intestino, sensibilità verso specifici alimenti, fattori psicologici e genetici.

Il ruolo del nutrizionista è quello di valutare attentamente lo stato nutrizionale del paziente per coprire eventuali carenze, agire in caso di disbiosi intestinale (ripristinando la corretta flora batterica) e mantenere il peso forma.

In caso di perdita di peso dovuta ad una sintomatologia acuta, occorre formulare una dieta specifica con eventuale integrazione di nutrienti adatti alla patologia in modo da preservare una corretta massa muscolare ed inibire la perdita di peso.

L’obbiettivo primario è riequilibrare la flora batterica (in caso di disbiosi intestinale), migliorare lo stato infiammatorio attraverso una dieta specifica e limitare le reazioni acute.