Influenza, sintomi influenzali e dieta: cosa mangiare e cosa evitare?
L’influenza stagionale è un problema di sanità pubblica dal grande impatto epidemiologico, clinico ed economico.
La sua diffusione dipende molto dalla stagione, dall’andamento epidemico, dalla virulenza e dalla variabilità antigenica del virus.
Si tratta di una patologia infettiva provocata da virus che, in alcuni casi, può portare a complicazioni come polmoniti, bronco polmoniti, parotite, riacutizzazione dell’asma e peggioramento dello scompenso cardiaco. I sintomi più comuni sono febbre, nausea, vomito, faringite e tosse.
Le persone più a rischio di complicanze sono anziani, bambini e persone con patologie cardiache.
La dieta, che ovviamente non è in grado di curare la malattia, può giocare un ruolo importante nell’approccio terapeutico, sostenendolo e migliorando i sintomi della condizione.
Non deve essere mai trascurata, essendo uno strumento molto importante per gestire gli effetti secondari come vomito, diarrea, perdita di peso e disidratazione.
Cosa mangiare in caso di influenza?
In caso di vomito, diarrea o febbre alta, è importante prestare attenzione alla disidratazione: sono tutte condizioni che possono aumentare la funzione epato-renale; in questo caso è fondamentale il giusto apporto di liquidi e, nei casi più gravi, la supplementazione per via parentale.
Da evitare caffé ed alcool: la caffeina favorisce la motilità intestinale e puà peggiorare i sintomi gastrointestinali, l’alcool favorisce la disidratazione.
In caso di stato diarroico, occorre evitare alimenti con proprietà osmotiche come alcuni dolcificanti (xilitolo, manitolo, ecc) e lattosio.
Latte e derivati andrebbero assunti almeno 4 ore dopo i farmaci che appartengono alla famiglia delle tetracicline dato che potrebbero comprometterne il corretto assorbimento.
Sconsigliato il digiuno prolungato che porterebbe ad ipoglicemia e peggioramento delle condizioni di nausea e vomito.
Frutta e verdura non dovrebbero mai mancare dato che forniscono un ottimo apporto di vitamine ed antiossidanti: sostanze importanti che possiedono proprietà antinfiammatorie.
Il nutrizionista ed il medico specialista possono suggerire un’integrazione di vitamine e minerali e, quando necessario, di determinati ceppi batterici per ripristinare una corretta eubiosi intestinale.
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