La moda della dieta senza glutine

Negli ultimi anni, c’è stato un aumento nell’interesse verso i prodotti “gluten free“: quasi 6 milioni di italiani seguono una dieta senza glutine pur senza essere affetti da celiachia, con un giro d’affari di 105 milioni di euro per l’acquisto di prodotti senza glutine.

Una delle primarie cause è la disinformazione nel campo nutrizionale: tra le bufale più condivise da sedicenti professionisti (spesso nemmeno laureati) ci sono articoli contraddittori sul glutine e le presunte malattie che il suo consumo potrebbe provocare.

Il glutine, è la proteina che si trova in orzo, grano, segale e che può provocare una reazione di ipersensibilità nei soggetti predisposti alla celiachia ovvero una malattia intestinale autoimmune cronico-infiammatoria.

La ricerca scientifica ha dimostrato che non esistono benefici dati dall’eliminazione del glutine nei soggetti non celiaci: in rete troviamo spesso informazioni errate che colpevolizzano il glutine per l’insorgenza di tumori al colon o malattie cardiovascolari ma senza alcuna spiegazione o dimostrazione.

Una ricerca pubblicata sul British Medical Journal, che ha esaminato 110.000 persone in un lasso di tempo di 26 anni, ha dimostrato che la dieta priva di glutine non ha avuto alcun beneficio nelle malattie cardiovascolari nei soggetti non celiaci. Al contrario, invece, i cereali integrali si sono dimostrati protettivi contro malattie cardiovascolari e tumore al colon, grazie all’elevato contenuto di fibra, antiossidanti, minerali e vitamine del gruppo B.

Le persone non celiache, che scelgono di eliminare il glutine, corrono il rischio di non poter avere una diagnosi qualora la celiachia esista veramente. In caso di dubbi occorre sempre consultare il proprio medico o il proprio nutrizionista per gli accertamenti del caso.

Molti prodotti privi di glutine, inoltre, hanno un indice glicemico alto e promuovono sovrappeso e malattie degenerative ad esso correlate, al contrario degli alimenti integrali che hanno una funzione opposta.

La dieta priva di glutine, deve essere ben pianificata da un professionista della nutrizione e deve essere seguita solo in caso di necessità mediche. Questa dieta, inoltre, è consigliata anche in caso di alcuni disturbi come la sindrome Leaky Gut (intestino poroso) e in caso di sensibilità al glutine e sindrome IBS con applicazione del protocollo FODMAP.

Gli individui che soffrono di questi disturbi, possono seguire una dieta priva di glutine per un determinato periodo, sotto il controllo dello specialista, facendo attenzione all’apporto nutritivo; i soggetti sani, che non soffrono di questi disturbi, non avranno alcun beneficio concreto nel seguire una dieta senza glutine.