L’alimentazione dei pazienti oncologici

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L’elaborazione di piani nutrizionali dedicati a pazienti oncologici richiede la massima attenzione e deve rispecchiare le indicazioni proposte dalla letteratura e dalla comunità scientifica mondiale.

È stato ampiamente appurato che una dieta sbilanciata insieme ad inattività fisica possono contribuire all’aumento di tumori e malattie degenerative, per questo è necessario scegliere correttamente sia i cibi che gli abbinamenti, onde evitare picchi glicemici. Anche la scelta delle bevande gioca un ruolo molto importante.

L’IARC (International Agency for Cancer Research), che per conto dell’OMS si occupa della promozione e del coordinamento delle ricerche internazionali sulle cause dei tumori nell’uomo, ha passato in rassegna tutti gli studi più rilevanti tra l’assunzione di alcool e l’insorgenza di cancro arrivando alla conclusione che le bevande alcoliche possono essere considerate, a tutti gli effetti, cancerogene. Secondo la loro posizione, basterebbero 50g di alcool al giorno (l’ecuivalente di 2-3 bicchieri) per aumentare di tre volte (rispetto ai non bevitori) il rischio di tumori alla cavità orale, alla faringe, allo stomaco e all’esofago.

È importante tenere presente che nessuna bevanda alcolica è considerata sicura: anche il vino, pur potendo svolgere funzioni protettive nei confronti del sistema cardiovascolare, se consumato in dosi superiori a quelle consigliate aumenta le probabilità di ammalarsi. Il fattore determinante non è la bevanda in se, ma l’alcool in essa contenuto.

Nel 2007, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Found), in collaborazione con l’American Institute of Cancer Researc (AIRC), ha effettuato un lavoro di revisione di tutti gli studi scientifici inerenti il rapporto tra l’alimentazione ed i tumori stilando un decalogo con le raccomandazioni orientate ad uno stile di vita sano per la prevenzione dei tumori:

  1. mantenere il peso forma per tutta la vita;
  2. mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni;
  3. limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate;
  4. basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di rogine vegetale: cereali integrali, legumi, frutta, semi oleosi, verdure;
  5. limitare il consumo di bevande alcoliche;
  6. limitare il consumo di carni rosse (compreso carni ovine, suine, bovine incluso il vitello) ed evitare il consumo di carni conservate (carni in scatola ed insaccati), per le quali non si può dire che esista un limite al di sotto del quale non esistano rischi;
  7. limitare il consumo di sale e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolar modo cereali e legumi): assicurarsi quindi del loro buono stato di conservazione ed evitare di riporli in ambienti caldi ed umidi;
  8. assicurarsi un apporto sufficiente di nutrienti attraverso una dieta varia;
  9. allattare i bambini al seno per almeno 6 mesi;
  10. nei limiti degli studi attualmente disponibili, sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni valgono anche per chi è già stato malato.

È consigliabile che gli operatori sanitari siano informati sulle raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro e che applichino queste indicazioni ai loro pazienti; inoltre, bisogna prestare attenzione ad alimenti apparentemente innocui che possono interferire con alcune terapie: ad esempio, il pompelmo può bloccare l’azione di enzimi importanti per l’assorbimento ed il metabolismo di alcuni farmaci e, in seguito, modificare la loro efficacia.

Importanto non dimenticare che lo stesso effetto può essere indotto anche da alcuni prodotti di erboristeria come ginseng e aloe che, in questi casi, devono essere assunti solo ed esclusivamente dopo aver consultato il proprio medico ed il proprio nutrizionista.

Le evidenze scientifiche stanno dimostrando che le diete basate principalmente su vegetali, come la vera dieta mediterranea, possono essere benefiche anche per la prevenzione di metastasi e recidive.

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