Probiotici ed omega 3 in gravidanza per diminuire il rischio di allergie nei bambini
Esistono sempre più evidenze su come le alterazioni a livello del microbioma intestinale possano influenzare lo sviluppo di malattie autoimmuni ed allergie: la formazione del microbioma, da parte dei microorganismi, incomincia subito dopo la nascita e si sviluppa nell’arco di due anni; al termine di tale periodo, la composizione del microbioma si mantiene sostanzialmente stabile nell’età adulta anche se ci sono vari fattori che possono influenzarne quantità e rapporti numerici come, ad esempio, stile di vita, genetica, assunzione di farmaci, ecc.
La prima colonizzazione batterica avviene subito dopo il parto e bisogna distinguere se il parto è stato naturale o cesareo (in caso di parto naturale, prevalgono i batteri della flora vaginale materna; in caso di parto cesareo prevalgono quelli della cute materna).
Un componente importante, in grado di modulare la risposta infiammatoria e immunitaria, è l’omega 3 (EPA, DHA): secondo studi scientifici, sarebbe in grado di ridurre la formazione di sostanze proinfiammatorie, aiutando nel trattamento delle malattie infiammatorie autoimmuni (artrite reumatoide, artrite psoriaca, lupus, psoriasi, eczemi, ecc).
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College of London, che ha esaminato 1,5 milioni di donne in gravidanza, l’integrazione con probiotici ed omega 3 potrebbe ridurre il rischio di allergie nei bambini.
Durante l’analisi, è emerso che l’integrazione di omega 3 dopo la 20° settimana e durante le prime quattro settimane di allattamento, diminuisce il rischio di allergie all’uovo del 30%, mentre quello di sviluppare eczema diminuisce del 22% nei bambini le cui mamme hanno assunto probiotici durante la 36° e 38° settimana di gravidanza.
È ormai noto come l’allattamento abbia un ruolo di grande importanza per la costituzione del microbioma intestinale del bambino, influenzandone poi le caratteristiche da adulto; tuttavia, anche l’alimentazione contribuirà all’equilibrio del loro micribioma e, in seguito, ad un minore rischio di sviluppare reazioni autoimmuni.
Studi condotti su modelli animali e sull’uomo confermano l’importanza dell’alimentazione: nei ratti alimentati con una dieta povera di grassi e ricca di componenti vegetali, il passaggio ad una dieta occindentale ricca di grassi, proteine e zuccheri raffinati determina un cambiamento del microbioma nell’arco di 24 ore e analoghi effetti sono stati dimostrati anche nell’uomo.
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