Tumore alla prostata: associato ad alterazioni del microbioma intestinale
Ogni anno, circa un milione di uomini vengono colpiti dal tumore alla prostata. Ci sono vari fattori che possono contribuire ad aumentare l’insorgenza di questa patologia; tra questi possiamo citare: predisposizione genetica, età, stile di vita e, secondo le ultime ricerche scientifiche, anche le alterazioni della flora batterica.
Queste alterazioni possono generare un’infiammazione sistemica con conseguente endotossiemia che potrebbe favorire l’insorgenza di neoplasie in vari compartimenti anatomici.
Secondo un recente studio scientifico, condotto dai ricercatori della University of Texas Health Science Center, ci sono biodiversità tra il microbioma di pazienti malati alla prostata e il microbioma di pazienti sani.
Sono stati esaminati 105 tamponi rettali due settimane prima della biopsia prostatica: 64 appartenevano a pazienti con tumore alla prostata e 41 a soggetti sani (gruppo di controllo); è emersa una correlazione importante tra composizione totale batterica e presenza (o meno) di tumore, oltre ad una differenza significativa tra soggetti sani e malati per quanto riguarda le specie Streptococcus e Bacteroides che erano maggiormente presenti nel gruppo di controllo.
Oltre a questo, i ricercatori hanno analizzato anche la funzionalità metabolica del microbioma tramite la valutazione di 10 vie metaboliche associate al tumore della prostata (vitamine del gruppo B, arginina, biosintesi dei glicani, ecc).
Dalla valutazione è risultata una forte correlazione tra le alterazioni delle vie metaboliche delle vitamine del gruppo B e la presenza (o meno) del tumore: per questo, secondo i ricercatori, l’identificazione di 10 vie metaboliche associate al microbioma potrebbe portare, in futuro, alla scoperta di nuovi fattori di rischio per il tumore prostatico permettendo, in questo modo, di poter lavorare sulla prevenzione.
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