Intestino umano: il nostro secondo cervello?

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Negli ultimi anni sono state svolte numerose ricerche intorno all’intestino e su come una disbiosi batterica potesse essere la causa di malattie autoimmuni e di varie allergie.La flora batterica svolge un’importante azione di comunicazione tra apparato digerente e cervello, basti pensare che il nostro intestino è un organo straordinario, molto complesso, ed ormai considerato un vero e proprio secondo cervello.

L’intestino si è evoluto in un mondo dominato dai batteri, con i quali è dovuto scendere a compromessi creando una condizione non solo di convivenza ma anche di reciproco vantaggio: questa condizione è conosciuta come simbiosi.

La simbiosi ha consentito all’intestino ed alle colonie batteriche di evolversi insieme: ogni volta che interveniamo con cure antibiotiche o diete scorrette aumenta il rischio di patologie (che possono anche non sembrare correlate all’intestino). Quando l’omeostasi batterico-intestinale viene disturbata ci possono essere scompensi anche in altre parti del corpo.

Farmaci e schemi alimentari devono sempre tenere in considerazione lo stato di salute dell’intestino.

La natura, ha deciso di riservare la funzione di sopravvivenza al sistema nervoso enterico fornendo ben cinque sistemi nervosi autonomi: il mioenterio, il sottomucoso, il parasimpatico, il simpatico ed il vagale.  Questi sistemi nervosi gestiscono la vita vegetativa mentre le funzioni relazionali e cognitive dipendono dal sistema nervoso centrale.

Il collegamento tra questi due sistemi è controllato dall’ipotalamo.

Ma chi comanda realmente? La risposta è il SNE (sistema nervoso enterico).

Molti neurotrasmettitori risiedono nell’intestino (serotonina, dopamina, noradrenalina) e da questo si può capire, facilmente, come una disbiosi intestinale possa creare problemi di regolazione, sia centrale che periferica, del sistema nervoso.

I batteri come bacilli, candide, streptococchi, E.Coli, enterococchi, lattobacili e bifidi, sono in grado di influenzare i sistemi nervosi sia periferici che centrali.

Ci sono alcune patologie in continua crescita come, ad esempio, la sindrome del colon irritabile (IBS) che sembra correlata anche ad importanti stress psicofisici. Nel 2004, il dipartimento di gastroenterologia della Mayo Clinic di Scottsdale (USA), ha effettuato una valutazione del ruolo della serotonina nella sindrome del colon irritabile giungendo alla conclusione che dietro a questa patologia si celi un’alterazione dei segnali di andata e ritorno tra cervello ed intestino che può portare a disturbi di secrezione e motilità tipici della sindrome.

La serotonina è un neurotrasmettitore che risiede, principalmente, nell’intestino (cellule enterocromaffini) ed è deputata alla regolazione di motilità e secrezioni intestinali.

Il nostro intestino è in grado di proteggerci da batteri e virus: in caso di infezioni lui sa quando avviare i processi di diarrea e quando, invece, avvertire il cervello per attivare il vomito.

Il nostro intestino è un secondo cervello a tutti gli effetti e la flora batterica può modulare la risposta allo stress e, allo stesso tempo, provocare disturbi gastrointestinali.