Olio di palma: approfondimento scientifico e opinione EFSA

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L’olio di palma è stato più volte sotto i riflettori per via dei danni che potrebbe creare alla nostra salute. Nel corso degli anni sono state condotte varie ricerche: alcune confermano la nocività, altre affermano di non aver trovato alcuna correlazione tra il consumo di olio di palma e malattie cardiovascolari o tumorali.

Vediamo, insieme, di approfondire il discorso: l’acido grasso che prevale,  nell’olio di palma, è il palmitico ovvero un acido grasso saturo a catena lunga.

Gli acidi grassi saturi (come, appunto, il palmitico), si trovano sia nel regno animale che vegetale e il loro consumo in eccesso è correlato a malattie cardiche e ad uno stato infiammatorio. L’eccesso di acidi grassi saturi, può conferire una maggiore rigidità alla membrana cellulare e, in seguito, aumentare il rischio di sindrome metabolica e diabete.

L’acido palmitico si trova, principalmente, nell’olio di palma (circa il 45%) ma anche in altri alimenti, sia di origine vegetale che di origine animale: pensate che è presente persino nell’olio di oliva (7-15%).

Una recente ricerca italiana, pubblicata sulla rivista “Diabetologia“, conferma che l’acido palmitico aumenta la produzione di una proteina chiamata p66shc. Quando la sua concentrazione aumenta, può danneggiare le cellule beta del pancreas che producono insulina e, in seguito, portare all’insorgenza del diabete.

Inoltre, è stato dimostrato che l’acido palmitico inibisce le funzioni della proteina tumorale p53, un fattore di trascrizione il cui compito è sopprimere i tumori nascenti.

L’acido palmitico induce anche un incremento dell’espressione della proteina p665hc nelle cellule beta pancreatiche, associata ad una maggiore generazione di radicali dell’ossigeno e ad un accrescimento dell’apoptosi di cellule beta.

Questo studio italiano fornisce nuove informazioni sulla lipotossicità che coinvolge l’organismo a livello generalizzato e sui danni provocati dall’acido palmitico che potranno servire come nuovi obiettivi molecolari per la cura del diabete.

Secondo il referto dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), l’olio di palma potrebbe aumentare il rischio tumorale: l’autorità ha, infatti, valutato i rischi per la salute pubblica derivanti da alcune sostanze formate durante i processi di raffinazione ad alte temperature: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e relativi esteri degli acidi grassi.

Secondo il loro referto, i glicidil esteri degli acidi grassi sono genotossici e cancerogeni.

L’olio di palma contribuisce in maniera rilevante all’esposizione a 3-MCPD e 2-MCPD nella maggior parte dei soggetti.

Questo tipo di olio viene utilizzato, principalmente, in merendine, margarine ed alimenti industrializzati ma, fortunatamente, negli ultimi anni molti produttori hanno scelto di sostituirlo o eliminarlo.

Per ulteriori approfondimenti: http://link.springer.com/article/10.1007/s00125-015-3563-2